Dal piazzale della Stazione alla Malpensata.

Spigolature di ricordi

Dal piazzale della Stazione alla Malpensata.


Una linea ideale congiungeva il Piazzale della Stazione ferroviaria (sarebbe forse meglio dire “delle Stazioni) alla Malpensata: via Bonomelli, con l’interminabile fila di bancarelle durante il periodo della Fiera di Sant Alessandro.

Ma partiamo dall’inizio.

Sulla Piazza Guglielmo Marconi, il suo vero nome, insistevano tre stazioni ferroviarie: la principale delle Ferrovie dello Stato, con il collegamento per Milano, Brescia e Lecco, e le altre due con le tratte rispettivamente verso le Valli Seriana e Brembana.

L’edificio delle FFSS era di origine Asburgica, risale al 1857. La stazione di Bergamo FVS era il capolinea orobico della ferrovia della Valle Seriana, attiva fra il 1884 e il 1957, e la stazione di Bergamo FVB era il capolinea meridionale della ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966, a servizio dell'omonimo comune.

Al centro del Piazzale una fontana, sullo sfondo lo Skyline di Città Alta, accoglieva i visitatori della città.

A lato del Piazzale, sulla destra inizia via Bonomelli, alberata, che costeggia sino al Ponte l’alta massicciata della ferrovia.

Già prima d’imboccarla eri assalito dall’effluvio, si fa per dire, dei bomboloni fritti e dello zucchero filato. Non quello delle ragnatelose palle bianche, apparse in seguito, ma il marroncino nastro che, appeso a un gancio della bancarella veniva più volte “tirato” dal bancarellista sino a farlo diventare un nastro da tagliare a piccoli pezzi posti in vendita.

Sul marciapiede, sotto l’alberatura, le bancarelle ospitavano tutta la mercanzia possibile. Oltre a quelle di giocattoli, attrazione per noi bambini, erano esposti capi di abbigliamento, scarpe, borse, abiti e gingilli vari di poco gusto e di dubbio valore.

Una fila ininterrotta sino al ponte che immetteva nel piazzale della Fiera vera e propria: quella con le giostre e i baracconi più disparati.

La Fiera occupava il grande spazio di fronte ai serbatoi all’ex deposito del Gas, e comprendeva lo spazio oggi trasformato in giardini pubblici e parcheggio per auto.

Una grande ruota panoramica svettava alta, illuminata la sera tanto da essere visibile sin da Città Alta.

Ogni baraccone, che oggi chiameremmo “stand” all’inglese, era attorniato da visitatori e curiosi mentre la musica assordava all’inverosimile suonando le canzoni in voga all’epoca: le colonne sonore dei film “Il terzo uomo”, “Casablanca”, e altre ancora.

E fu proprio la colonna sonora del Film Casablanca che mi accompagnò la sera in cui, affacciato al finestrino del treno chi mi conduceva nella Colonia Marina di Riccione della Dalmine, guardavo la gigantesca ruota panoramica con le sue luci colorate, girare lenta, lenta, come fosse un saluto e un arrivederci all’anno successivo.

Correva l’anno 1949

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